sabato 31 maggio 2014

Premio campiello 52ª Edizione: i finalisti



Cos'è?


È un premio letterario, istituito nel 1962, che viene assegnato a opere di narrativa italiana.
La sua prima edizione si svolse nel 1963 a Venezia, nell’isola di San Giorgio,e fu premiato il romanzo di Primo Levi “La Tregua”.



Quali sono i romanzi finalisti della 52ª Edizione?

Oggi è stata selezionata la cinquina finalista della  52ª Edizione del Premio Campiello, presso il palazzo del Bo a Padova.La votazione della Giuria dei Letterari è stata espressa per ben sei volte per giungere ai nomi dei romanzi finalisti.
Sono Michele Mari con Roderick Duddle, edito Einaudi, con otto voti, seguono Mauro Corona con La voce degli uomini freddi (Mondadori), Giorgio Fontana Morte di un uomo felice (Sellerio), Fausta Garavini con Le vite di Monsù Desiderio (Bompiani), Giorgio Falco con La gemella H (Einaudi).


Una selezione avvenuta tra circa 65 romanzi, rispetto ai 300 pervenuti alla segreteria del Premio.
Il premio Campiello Opera Prima è andato a Stefano Valenti con La fabbrica del panico edito da Feltrinelli. 
Il vincitore verrà proclamato sabato 13 settembre presso il Gran Teatro La Fenice di Venezia,
Ricordiamo che la scorsa edizione del premio era stata vinta da Ugo Riccarelli, scomparso nel luglio del 2013, con il suo romanzo L'amore graffia il mondo edito da Mondadori.

Conosciamoli meglio



         MICHELE MARI
           Roderick Duddle

Figlio di una prostituta, Roderick cresce tra furfanti e ubriaconi all'Oca Rossa, locanda con annesso bordello. Quando la madre muore il signor Jones, il proprietario, pensa bene di cacciarlo: quello che entrambi ignorano è che nel destino di Roderick c'è un'immensa fortuna, poiché è l'unico erede della nobile famiglia Pemberton. Il ragazzino si ritrova alle calcagna una folla di balordi, mentecatti, loschi uomini di legge e amministratori, assassini, prostitute, suore non proprio convenzionali, ognuno deciso a impadronirsi in un modo o nell'altro di una parte del bottino. E cosi Roderick fugge, per terra e per mare, in un crescendo di imprevisti, omicidi, equivoci e false piste.
Maschio bianco etero      FAUSTA GARAVINI
     Le vite di Monsù Desiderio

François nasce a Metz nel 1593, in una famiglia popolana. Suo padre muore quando lui è ancora in fasce e sua madre è costretta ad allontanarlo, appena cresce, nella speranza che trovi un mestiere. Lo manda così a Roma, sperando che impari a fare il pittore. Il ragazzo, arrivato a Roma, va a bottega e partecipa alla tumultuosa vita della città: la corruzione lo sfiora più volte, le passioni lo travolgono, frequenta gli ambienti artistici ma anche i bassifondi, scopre il sesso, ma poco a poco inizia a imporsi alla sua sensibilità - come un basso continuo - il senso della caducità, della transitorietà di ogni cosa. Le rovine diventano il suo tema iconografico preferito. Nel 1610, spinto dal desiderio di indipendenza e dalle parole della sua amante-prostituta, si trasferisce a Napoli, dove finalmente i suoi quadri vengono notati e apprezzati. Lì pare anche trovare l'amore: Isabella - che finalmente riesce a dargli un senso di pienezza e di quiete. Ma la pace non dura a lungo, perché il suo destino di nuovo segue il filo dell'imprevisto. L'Italia sembra non destinarlo alla felicità e François decide di lasciare il Paese, scomparendo per sempre nel mistero.
      GIORGIO FALCO
             La gemella H

La storia di tre generazioni della famiglia Hinner, che dalla Germania di Hitler arriva all'Italia dei giorni nostri. A parlare è Hilde, testimone della sua stessa esistenza, ribelle inerte nel mondo progettato dal padre, dai padri. La sua voce, ora laconica ora straripante, narra ottant'anni di vicende private intimamente intrecciate al Novecento, "all'alba dei grandi magazzini", al turismo di massa, all'ossessione del corpo. Fino a innescare un cortocircuito che fa esplodere il nostro presente, denudandolo come mai prima era stato fatto. Se "I Buddenbrock" ripercorreva la decadenza di una famiglia tedesca dell'Ottocento, "La gemella H" non può che registrare il giornaliero "assecondare il flusso di eventi travestiti da soldi" di una famiglia ossessionata dai beni e compromessa con il Male. Decisa a dimenticare, pur di salvarsi.
      GIORGIO FONTANA
      Morte di un uomo felice

Milano, estate 1981: siamo nella fase più tarda, e più feroce, della stagione terroristica in Italia. Non ancora quarantenne, Giacomo Colnaghi a Milano è un magistrato sulla linea del fronte. Coordinando un piccolo gruppo di inquirenti, indaga da tempo sulle attività di una nuova banda armata, responsabile dell’assassinio di un politico democristiano. Il dubbio e l’inquietudine lo accompagnano da sempre. Egli è intensamente cattolico, ma di una religiosità intima e tragica. È di umili origini, ma convinto che la sua riuscita personale sia la prova di vivere in una società aperta. È sposato con figli, ma i rapporti con la famiglia sono distanti e sofferti. Ha due amici carissimi, con i quali incrocia schermaglie polemiche, ama le ore incerte, le periferie, il calcio, gli incontri nelle osterie.
Dall’inquietudine è avvolto anche il ricordo del padre Ernesto, che lo lasciò bambino morendo in un’azione partigiana. Quel padre che la famiglia cattolica conformista non poté mai perdonare per la sua ribellione all’ordine, la cui storia eroica Colnaghi ha sempre inseguito, per sapere, e per trattenere quell’unica persona che ha forse amato davvero, pur senza conoscerla.
L’inchiesta che svolge è complessa e articolata, tra uffici di procura e covi criminali, tra interrogatori e appostamenti, e andrà a buon fine. Ma la sua coscienza aggiunge alla caccia all’uomo una corsa per capire le ragioni profonde, l’origine delle ferite che stanno attraversando il Paese. Si risveglia così il bisogno di immergersi nella condizione degli altri, dall’assassino che gli sta davanti al vecchio ferroviere incontrato al bar, per riconciliare la giustizia che amministra con l’esercizio della compassione. Una corsa e un’immersione pervase da un sentimento dominante di morte. Un lento disvelarsi che segue parallelo il ricordo della vicenda del padre che, come Giacomo Colnaghi, fu dominato dal desiderio di trovare un senso, una verità. Anche a costo della vita.
      MAURO CORONA
   La voce degli uomini freddi

Un paese lontano, sperduto tra le montagne, fatto di anime solitarie appese alle rocce, dove nevica in ogni stagione dell'anno, dove la gente ha la faccia bianca di chi sta sempre al chiuso, e il carattere silenzioso e gelido delle nevicate. Lassù vivono donne e uomini soffiati nella neve, statue di ghiaccio che nessun fuoco potrà mai sciogliere. Si allenano a resistere alla vita sfidando le avversità, il freddo, le difficoltà di coltivare la terra, il pericolo delle valanghe. Ogni sera si riuniscono accanto alle stufe e i vecchi, a voce bassa, cantano ai giovani i fatti che hanno accompagnato le loro giornate. Una storia che non deve essere dimenticata. La storia di un paese dove nevica anche d'estate e gli uomini hanno la pelle fredda...








Avete letto qualcuno di questi libri? Sono curiosa di sapere i vostri pareri :)

5 commenti:

  1. Come ho detto su fb, non ne ho letto nessuno ma sono intenzionata a recuperarne qualcuno prima della proclamazione. Roderick Duddle è quello che mi interessa di più, ma anche La gemella H e La voce degli uomini freddi mi incuriosiscono moltissimo.
    Penso che inizierò con loro se potrò, gli altri due se ci sarà modo :)

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  2. Ciao Lucrezia :-)
    Io non ne ho letto nessuno! Anzi, ad essere sincera non credo di conoscerli (non sono proprio il mio genere!). Leggerò qualche recensione per farmi qualche idea :-)

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  3. Di solito non sto mai dietro alle novità. Sicuramente leggere tutti i finalisti è impossibile per me, avendo altre libri che fremono sul comodino (XD), però aspetto con curiosità di conoscere il vincitore, magari leggerò quello :)

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  4. Non ho letto questi libri, ma conosco il premio Campiello, per fama e poi studiando proprio la biografia di Levi, che tu hai citato :)

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  5. Le vite di Monsù Desiderio..toccante,coinvolgente, intenso..

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